Val Wilmer – La musica, importante quanto la tua stessa vita. La rivoluzione del Free Jazz e della Black Music

Finalmente trova un’edizione italiana un libro fondamentale per la comprensione del contesto Free Jazz/New Thing, scritto quasi 50 anni fa dalla fotografa, scrittrice e appassionata Val Wilmer.

Un testo che approfondisce non solo l’aspetto meramente musicale (già di per sé interessantissimo) ma esplora anche quello sociologico e antropologico di quegli anni, unito all’anima artistica che andava a braccetto con quanto accadeva nella cultura afro americana.

La musica nera è, con il cinema, la più importante forma d’arte di questo secolo (lo scorso NdR). E’ difficile trovare qualcuno che non ne abbia subito l’influenza.

Importante anche l’approccio alla materia da parte della critica ufficiale ben stigmatizzato dall’autrice:
Nelle avanguardie di ogni arte gli innovatori sono spesso liquidati come “anarchici” o “ciarlatani”.

Altrettanto cruciale un aspetto sempre poco considerato, come sottolineano i membri dell’Art Ensemble of Chicago a proposito delle definizioni di “free jazz” o “black music”:
Sono i bianchi che hanno messo queste etichette.
I musicisti stessi la chiamano semplicemente “LA MUSICA”.

Risaltano le biografie appassionate di John Coltrane, Sun Ra, Albert Ayler, Cecil Taylor e altri.

In particolare è interessante il capitolo “Suoni bene, per essere una donna!” in cui si sottolinea il ruolo subalterno della figura femminile nell’ambito jazz (ai tempi ma non solo…), con la figura rivoluzionaria di Alice Coltrane o la precisa volontà di Sly Stone di proporre la sua Family Stone con uomini, donne, bianchi e neri.
D’altronde il poeta Ted Joans vedeva il musicista con questa considewrazione:
“Soffiare in un tubo mascolino, evitando i vezzi da finocchio”.

Non è una lettura semplice ma essenziale per comprendere in tempo reale il cuore della “black music” a cavallo tra i Sessanta e i Settanta.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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