LE JARDIN DES BRUITS – Cuore di cane
Felice fusione di un tratto compositivo di stampo cantautorale (che guarda ai primi Litfiba e alla post wave autorale) e una verve più alternative rock, dura, chitarristica.
Felice fusione di un tratto compositivo di stampo cantautorale (che guarda ai primi Litfiba e alla post wave autorale) e una verve più alternative rock, dura, chitarristica.
Quattordici brani di rock classico, di sapore chitarristico, che esplorano varie influenze dell’ambito, fino a toccare i limiti del prog, pur muovendosi prevalentemente tra country e southern rock.
Il nuovo (settimo) album la coglie in una piena maturità stilistica che le permette di spaziare in un numero molto ampio di influenze e riferimenti dal jazz, al folk, blues (spettacolare la versione di “Black coffee”), canzone d’autore, sperimentazione.
Ottimo pop rock che guarda a band come Squeeze o Smiths, attraverso brani semplici e diretti, di stampo garage beat ma con una carica punk rock alla Buzzcocks.
Giocano con campionamenti, ritmiche furiose di gusto metal per poi passare a suadenti funk, insert orchestrali, sprazzi prog.
Mondo autobiografico e personale, con l’apporto minimale di chitarra acustica e voce e una modalità esecutiva e interpretativa che riporta al primo Fabrizio De Andrè, pur se con un approccio molto sarcastico e ironico.
Toni dark blues che caratterizzano i dieci brani autografi. Ci sono pennellate jazz, riferimenti vari alla migliore tradizione della canzone d’autore nostrana e alla scuola francese dei Sessanta.
Sound di matrice soul/funk ma che non esita ad addentrarsi in ambiti rock blues hendrixiani o nell’afro funk .
Dodici brani frizzanti, pulsanti, orecchiabili, in cui un pop dai ritmi sostenuti si ammanta di tinte punk e più dure.
L’opera prima, l’esordio, prodotto da Iosonouncane, dell’artista e cantautrice sarda è un coraggioso, originale, personalissimo connubio di tradizione, elettronica, trance, drone music, jazz, avanguardia.
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