CATENO DE LUCA / GRAZIA DI MICHELE – Invisibili
I N V I S I B I L I
nelle baraccopoli di Messina e in tutto il mondo
Su testo di GRAZIA DI MICHELE, musica di MATTEO CARRETTO
Interpretato da CATENO DE LUCA
Regia e Montaggio di ARI TAKAHASHI
Grazia Di Michele racconta.
A ottobre dello scorso anno, sono andata a Messina con Red Ronnie per incontrare cantautori e cantautrici siciliani, e in questa occasione ho conosciuto il Sindaco Cateno De Luca. Sapevo del suo impegno per eliminare il problema delle baraccopoli nelle quali da più di cento anni, dopo il terremoto del 1908 che distrusse la città, vivono tuttora quasi diecimila persone, circa tremila famiglie. La questione delle baraccopoli messinesi, evidentemente non è stata mai affrontata e risolta nella sua immane tragedia, e generazioni intere hanno ereditato una “casa” in mezzo ad altre “case” fatte di cemento e lamiera sperando sempre e inutilmente nella fine di un incubo. Invece la questione è rimasta decenni dopo decenni immutata, una ferita aperta non solo per Messina e per la Sicilia ma per l’intero Paese. Quando il Sindaco De Luca mi ha chiesto cosa volessi visitare della città, facendomi gentilmente da guida, gli ho chiesto di portarmi a vedere delle baraccopoli. Nella mia fantasia dovevano essere dei ghetti tristi al di fuori della graziosa città che avevo velocemente intravisto dal finestrino dell’auto ma poi ho scoperto ben altro. Vedevo un unico tetto enorme di lamiera grigia, sotto casupole addossate l’una all’altra, intorno segni di desolazione e degrado, ma vedevo qualcos’altro di sconvolgente, che le ottanta baraccopoli di cui mi avevano parlato, erano oltre che fuori anche dentro la città, vicino all’Ospedale, ai negozi, alle strade centrali… una città intera conviveva fianco a fianco con quartieri degradati, insani e invivibili. Le persone che ci vivevano dentro, loro e le baracche erano forse diventate Invisibili.
Il senso di sconforto, di sdegno e incredulità mi ha accompagnato a lungo.
Tornando a Roma, sull’aereo, ho scritto il testo di “Invisibili”, l’ho condiviso con Cateno e coinvolto un mio collaboratore, Matteo Caretto, affinché scrivesse la musica. E’ nato da questa esperienza il brano, ed era giusto che fosse proprio Cateno De Luca a dare il giusto peso e verità alle parole con la sua sentita interpretazione.
Cateno De Luca
Eliminare le baracche a Messina e restituire dignità a migliaia di famiglie è stato il mio primo obiettivo che mi sono posto nel momento in cui sono diventato sindaco.
La musica ha sempre avuto un ruolo importante nella mia vita. A 16 anni, ha spiegato De Luca, ho dovuto lasciare il conservatorio Corelli di Messina che frequentavo studiando il clarinetto. Durante una visita istituzionale proprio al Conservatorio il 14 febbraio 2020 mi hanno fatto ritrovare il registro delle presenze di quando ero uno studente con i voti e questo ha riacceso in me la voglia di ricominciare. Quando il presidente del Conservatorio Giuseppe Ministeri mi ha fatto trovare il registro che attestava la mia frequentazione dal 1986 fino a marzo 1989 quando ho lasciato il conservatorio per gli eccessivi impegni scolastici lavorativi e politici ho sentito in me riaccendersi la passione per la musica. Alla domanda provocatoria del presidente: perché non riprende gli studi per conseguire la laurea? ho risposto d’istinto senza pensarci neanche un istante Si.
La mia storia, spiega De Luca, da una parte intende dimostrare che non è mai troppo tardi per ricominciare dall’altra parte rappresenta la prova concreta di come la musica possa raccontare e parlare di storie per le quali a volte è difficile trovare le parole.
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