Ninna nanna rock… perché no?
Sono bastate quaranta pagine per decretare uno dei più clamorosi casi editoriali degli ultimi tempi. Nessuna storia d’amore particolare, nessun trattato storico/politico con rivelazioni aliene, nessuna sfumatura di giallo, indaco o violetto. Si tratta di “Fai ‘sta c***o di nanna” di Adam Mansbach, manuale ironico per genitori esasperati da notti insonni con colonna sonora di “’nghe ‘nghe ‘ngheeeeee”. L’idea non è male, un piccolo strappo al politically correct per cui i bimbi necessitano sempre di toni pacati e nessuna parolaccia, salvo poi farcire le ninna nanne tradizionali di figure terrificanti: a chi non è capitato di impazzire nottetempo fra ninna oh, befane, uomo nero/uomo bianco e chicchi di caffè? Certi figli proprio non ne vogliono sapere di dormire, salvo poi riproporsi 15 anni dopo come fautori di un civile letargo, ma non divaghiamo. Testi tristi e preoccupanti, dunque, personalmente sono nata il 6 gennaio e non mi piaceva l’idea che mia madre si chiedesse se “darmi alla befana per una settimana” e neppure che per una povera mamma fosse finita l’insalata e dovesse accontentarsi di un chicco di caffè: ma perché? Che tristezza!
Per fortuna i tempi cambiano e possiamo introdurre un po’ della nostra natura, lessicale e musicale, anche nelle stanzette rosa/azzurro/giallino dei nostri pargoli, canticchiando filastrocche con qualche imprecazione e fischiettando motivetti metal. Quale meraviglia proporre una versione lullaby di “Come As You Are” dei Nirvana o di “Nothing else matters dei Metallica”! In fondo la nostra vita non viaggia fra nuvolette di mini pony, non passeggiamo fra prati fioriti con cuccioli profumati teneramente addormentati fra le nostre braccia: come dice Mansbach tritiamo ore e traffico, liti al lavoro e code al supermercato e se quel coso piccolo (e amatissimo, per carità) non riesce a dormire, è normale che ci scappi un “Fai ‘sta c***o di nanna”!
Non dormi?
Allora beccati ‘sta ninna nanna metal bruttissima!
Sogni d’oro…
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