Nuova Musica Italiana – 4 recensioni
JOYELLO – “beat.”
Progetto solista di Joyello Triolo (Peluqueria Hernandez, già nelle Madri della Psicanalisi) tra elettronica e sperimentazione che si riassume bene nelle parole dello stesso Joyello “ho inviato ad alcuni amici musicisti un campione ritmico tra quelli che quotidianamente scandiscono le nostre vite (treno, goccia d’acqua, orologio, cuore eccetera…) e li ho lasciati liberi di farne ciò che volevano, senza vincoli, per poi rispedirmelo. Su queste “basi” ho trovato l’ispirazione per realizzare undici brani che, in più di un’occasione, sono risultati molto diversi da ciò che immaginavo in partenza”. In mezzo campionamenti irriverenti e/o sorprendenti (da Jack Kerouac a pubblicità dei 60’s, estratti dai telefilm “e.r. medici in prima linea” e “grey’s anathomy”, Bob Dylan, Domenico Modugno e tanto altro) e un sound esplicitamente elettro dance o più semplicemente elettronico tra anni ’80, certi Kraftewerk algidi e aperture più attuali. Un progetto bizzarro, particolare, sicuramente personalissimo, a cui dare assolutamente un ascolto.
CRUEL EXPERIENCE – Save the nature kill yourself
Il trio di Lucca all’esordio con un doppio EP si tuffa nelle torride sonorità che viaggiano pericolosamente a cavallo tra proto grunge (quello più acido e torrido dei primi Mudhoney di “Touch me I’m sick” e dei Nirvana di “Bleach”), hardcore punk californiano primi anni 80 (i Circle Jerks di “Group sex”, i primissimi Black Flag o addirittura ancora prima i Dickies), non disdegnando accenni più classici (Ramones e Social Distortion). Al di là dei riferimenti più o meno espliciti, un lavoro interessantissimo, genuino, suonato con attitudine e con il giusto “tiro”.
THE FIRE – Bittersweet EP
La creatura di Olly Riva non è andata in pensione nonostante il concomitante progetto soul con i SoulRockets. E quindi accogliamo con la massima gioia questo nuovo EP che, per precisa scelta della band, raccoglie quelle che una volta sarebbero state le Bsides dei 45 giri. Non scarti ma quei brani “anomali” che difficilmente avrebbero trovato posto su un album. Materiale comunque di primissima qualità, a partire dalla riuscitissime covers di “Roxanne” dei Police, “Dr Rock” dei Motorhead e la semiacustica versione “Train in vain” dei Clash. Sontuosi gli altri tre brani autografi tra rock pompatissimo dalle inflessioni hard punk (“Bittersweet”) , pop rock (“She’s the one”) e una ballata minimale alla Guns n Roses (“Lonely hearts”).
DANIELE GUERINI – Il senso delle scelte
Da Torino un’immersione completa nel brit pop più classico, quello di cui Oasis e Paul Weller prima, Noel Gallagher, Beady Eye poi sono stati e continuano a rimanere i maestri incontrastati. Le dieci canzoni de “Il senso delle cose” partono da quelle precise coordinate ma non disdegnano di spaziare con personalità anche nel pop italiano più evoluto e personale (Cesare Cremonini in primis). L’album è particolarmente curato, i brani ottimamente arrangiati, con cura pur nella loro essenzialità, le composizioni di alta qualità. Consigliatissimo.
Commenti recenti