ILENIA ROMANO – Arbore Femina
“ARBORE FEMINA”, il brano etno-pop in chiave elettro-acustica di Ilenia Romano, cantante sarda che esordisce come cantautrice dopo anni di studio e ricerca.
“ARBORE FEMINA”, il brano etno-pop in chiave elettro-acustica di Ilenia Romano, cantante sarda che esordisce come cantautrice dopo anni di studio e ricerca.
Un ep di cinque brani, in cui si muove tra sonorità di estrazione Brit (Smiths ma anche la ruvida epica cantautorale di Billy Bragg) ma soprattutto, compositivamente e nelle successioni melodiche, trae ispirazione dai mai dimenticati R.E.M.
Dodici brani che, partendo da una matrice chiaramente debitrice alla canzone d’autore nostrana, si muovono per intraprendere sentieri in cui si immergono in atmosfere pop psichedeliche.
Dopo la pubblicazione dell’album Rise(Feb ’23, Shore Dive / Dirty Beach Records) The Backlash tornano con una nuova line up che vede le chitarre e le voci dei due menbri fondatori Francesco Luca’ e Alessio Gatto, ora perfettamente accompagnate da Giuseppe Musto alla batteria (il ragazzo del novantanove, Novanta) e da Corrado Carnevali al basso (Stramonium, The Comet, The Rogues).
Nel videoclip di “Ahora y acà” non c’è separazione tra finzione e realtà. Le riprese sono effettuate durante un autentico pomeriggio di samba, estate, spensieratezza e merenda tra amici in casa. Non è il video più prodotto della band, ma sicuramente quello più innocentemente puro
“Dysphoria” è un brano che racconta le incomprensioni nelle relazioni umane e i fraintendimenti che ne scaturiscono, distorcendone la visione delle cose.
“Un brivido” è un brano pop che vuole dare risalto alle piccole cose, come può essere un semplice sorriso, un bimbo che gioca con una palla, un tramonto, una ragazza che si gira con un sorriso…
I cinque brani dell’ep guardano alla canzone d’autore italiana ma con riferimenti musicali che si orientano verso altri orizzonti
Dodici nuove canzoni che spaziano nell’ambito dell’alt rock, tra atmosfere di sapore Sixties, momenti elettronici, pop rock, umori soul, ballate acustiche che guardano a Bob Dylan.
Come Thundercat che jamma con john zorn e mos def, gli ossa di cane prendono tutto il jazz e lo mischiano in un dink a base di nujazz e psicopatia. Il minimo comune denominatore è la narrazione di una storia “La morte del Re”.
Commenti recenti