ALGOS – Upon The Rivers Of Night
Un sound feroce e torrenziale in cui si mischiano doom, stoner, epic metal, il tutto suonato con estrema perizia tecnica e una carica invidiabile.
Un sound feroce e torrenziale in cui si mischiano doom, stoner, epic metal, il tutto suonato con estrema perizia tecnica e una carica invidiabile.
Undici brani autografi che viaggiano tra canzone d’autore italiana, un rock chitarristico lineare, in perfetto bilico tra spontaneità e raffinatezza, echi di Virginiana Miller e sapori “americani” anni Ottanta.
Dieci brani autografi che partono da una base new wave (dalle parti dei Bluvertigo) per espandersi liberamente verso ambiti disparati, dal pop a estremismi sonori, dance, indie pop, canzone d’autore.
L’album d’esordio attinge da varie componenti della canzone d’autore italiana ma con un costante groove di retaggio soul funk, sia a livello compositivo che ritmico.
L’ispirazione attinge palesemente dal blues più profondo ma l’aspetto interessante è la rivisitazione che ne fa, guardando al “desert sound” di Bombino, Tinariwen, Mdou Moctar e anche a Jack White, Fantastic Negrito e Black Keys.
L’esordio della band milanese, dopo una serie di singoli come antipasto, si muove nell’ambito ironico/demenziale, su basi caratterizzate da un pop rock fruibile, energico, di stampo chitarristico.
Il duo ama elettronica e un gusto per un pop dalle impalcature compositive complesse e ricercate con un sapiente uso di elettronica e trame più rock.
Musicalmente si dipana tra deep blues, tocchi psichedelici, un approccio oscuro e dolente che riporta spesso a Nick Cave e Mark Lanegan.
I brani sono energici, splendidamente arrangiati, voce abrasiva, conservano lo spirito originario ma si ammantano di sapori Sessanta, riportano alla mente in particolare i mai dimenticati e sempre rimpianti Redskins e i nostri Statuto.
Quattro brani all’insegna di un punk rock elaborato, mai monocorde, diretto, ritmicamente molto vario, ben suonato.
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