COMFY PIGS – No one cares
Chitarre sferraglianti, ritmiche pulsanti, linee melodiche essenziali e malinconiche, atmosfere plumbee.
Chitarre sferraglianti, ritmiche pulsanti, linee melodiche essenziali e malinconiche, atmosfere plumbee.
Terzo album per il quartetto che fonde a meraviglia, su un substrato jazz, suggestioni mediterranee che attingono dalla tradizione nord africana quanto da quella andalusa ma che guarda anche a influenze balcaniche e klezmer.
Basi elettroniche, usate con molta discrezione, accompagnamento pianistico, una voce distintiva e testi particolarmente originali. Talvolta ricorda Nada a braccetto con Carmen Consoli ma il taglio rimane sempre molto personale.
Terzo album per il quartetto italo americano guidato dalla voce abrasiva di Hilary Binder che riesce ad essere anche melodica e straziante in “Isolation”, “Winter whispers” e nella stupenda ballata finale “Tranny me. Il...
Terzo album per la band toscana, come consuetudine impregnato di sonorità acide, psichedeliche, molto vicine allo shoegaze ma che indulge anche in riferimenti espliciti ai Velvet Underground.
Il musicista romano esplicita la sua passione per l’elettronica di sapore retrò che mischia il classico mood alla Kraftwerk con una particolare dedizione ai suoni dei videogiochi e uno sguardo a Jean Michel Jarre...
Groove ipnotici dal taglio psichedelico e quasi funk, con sapori kraut rock, sperimentazione,
Ispirazione dalla Chicha, cumbia psichedelica Peruviana. Il tutto con l’aggiunta di atmosfere mediterranee, reggae, rock, ritmi caraibici in levare. Bravissimi!
Hard e stoner, con riff doom e Black Sabbathiani ma una voce che ha un incedere che riporta sorprendentemente al Peter Murphy dei primi Bauhaus.
Gli undici brani di questo debutto sono facilmente ascrivibili a un contesto ben preciso, quel punk rock primitivo che va dai Damned ai Dead Boys, agli Heartbreakers di Johnny Thunders
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