S.U.M.O. – What a Night to be Alive
Nel mix di grunge, stoner, hard rock si avvertono chiari gli echi di Queens of the Stone Age, Rage Against the Machine, i primi Red Hot Chili Peppers, Pearl Jam.
Nel mix di grunge, stoner, hard rock si avvertono chiari gli echi di Queens of the Stone Age, Rage Against the Machine, i primi Red Hot Chili Peppers, Pearl Jam.
Dodici ottime canzoni autografe, registrate autonomamente, chitarra acustica e voce, venate da tonalità autunnali, oscure, a cavallo tra il drammatico e l’introspettivo, a rimarcare un contenuto assolutamente personale.
La matrice è sempre quella esplicitamente stoner (dalle parti dei Kyuss) ma introita anche elementi psichedelici, grunge e hard anni Settanta.
Secondo album per la band bresciana che si muove tra sonorità punk rock (spesso in odore di Punkreas e affini) a cui aggiunge tonalità demenziali (ma non troppo
Il loro stoner psichedelico dalle tinte prog risalta in tutta la sua vitalità e potenza sonora.
Spostano le coordinate dal classico garage beat che le ha sempre caratterizzate verso un sound più aggressivo, vicino al punk e a suoni grunge, pur conservando matrici melodiche pop.
Si chiude con una raccolta (in vinile e 200 copie numerate) la saga de I Fenomeni, autori di tre pregevoli album, in cui hanno rispolverato i meandri più oscuri della scena Beat italiana, dal “Bitt” alle evoluzioni psichedeliche.
Un lavoro duro e crudo, chitarre distorte con melodie vocali originali e ricercate, influenze che attingono da grunge (Pearl Jam, Nirvana, Alice in Chains), stoner e hard rock, con riferimenti che arrivano fino al prog dei primi Settanta.
Un perfetto compendio di quello che è la musica reggae con tutte le sue filiazioni e radici (Roots, rocksteady, original ska). I sette brani hanno groove, ritmo, attitudine, retaggi anni Settanta.
Commenti recenti