KAYLETH – New Babylon
La matrice è sempre quella esplicitamente stoner (dalle parti dei Kyuss) ma introita anche elementi psichedelici, grunge e hard anni Settanta.
La matrice è sempre quella esplicitamente stoner (dalle parti dei Kyuss) ma introita anche elementi psichedelici, grunge e hard anni Settanta.
Secondo album per la band bresciana che si muove tra sonorità punk rock (spesso in odore di Punkreas e affini) a cui aggiunge tonalità demenziali (ma non troppo
Il loro stoner psichedelico dalle tinte prog risalta in tutta la sua vitalità e potenza sonora.
Spostano le coordinate dal classico garage beat che le ha sempre caratterizzate verso un sound più aggressivo, vicino al punk e a suoni grunge, pur conservando matrici melodiche pop.
Si chiude con una raccolta (in vinile e 200 copie numerate) la saga de I Fenomeni, autori di tre pregevoli album, in cui hanno rispolverato i meandri più oscuri della scena Beat italiana, dal “Bitt” alle evoluzioni psichedeliche.
Un lavoro duro e crudo, chitarre distorte con melodie vocali originali e ricercate, influenze che attingono da grunge (Pearl Jam, Nirvana, Alice in Chains), stoner e hard rock, con riferimenti che arrivano fino al prog dei primi Settanta.
Un perfetto compendio di quello che è la musica reggae con tutte le sue filiazioni e radici (Roots, rocksteady, original ska). I sette brani hanno groove, ritmo, attitudine, retaggi anni Settanta.
Il nuovo lavoro, di tre brani, si muove di nuovo nell’alternative rock più oscuro, attingendo dal folk britannico (“Arrow fire” e “Sunday morning”, quest’ultima affine al mood acustico caro a Paul Weller) e dedicandosi a un’intensa ballata pianistiche a metà tra Nick Cave e Leonard Cohen (“Lonely soul”). Ottimo, in attesa di una prova sulla lunga distanza.
Un gradevolissimo ascolto in un nuovo album pieno di pennellate jazz, tanto groove funk, ospiti prestigiosi, un amore incondizionato per lo swing.
Nove brani autografi all’insegna di un hard rock che indulge spesso in soluzioni particolarmente melodiche. I riferimenti sono nei classici degli anni Settanta e Ottanta ma con anche un’impronta folk e blues.
Commenti recenti