VENUS SHIP – Underground foxes
Le fonti ispirative arrivano da soul, funk, blues ma anche klezmer e rap.
Le fonti ispirative arrivano da soul, funk, blues ma anche klezmer e rap.
Un album complesso, raffinato, sofisticato, in cui si fondono, in un mix originale, maturo e personale, modern soul, elettronica, pop, un groove funk, hip hop, un gusto ritmicamente molto easy e accattivante
Brillante omaggio al gusto nusoul/funk/jazz arrivato da qualche anno soprattutto dalla scena New British Jazz (Shabaka Hutchings, Ezra Collective, Yussef Dayes, tra i tanti).
Tornano i classici della band, rivisitati in chiave afrobeat, funk e jazz. Le parole riecheggiano come sempre dure, dirette, taglienti, profonde. Splendido.
Si vola nei meandri di un soul funk fusion di matrice jazz, mai banale e scontato ma, al contrario, ricchissimo di spunti, riferimenti, guizzi di geniale creatività.
Il brano presenta un groove ipnotico, costruito su una base solida di basso e batteria che si ripetono ciclicamente. All’interno di questo nucleo pulsante, tastiere e chitarre si intrecciano per dar vita a un’armonia unica, pur mantenendo la diversità nelle loro linee melodiche e ritmiche.
Ci immergiamo negli anni Settanta più danzerecci, tra soul funk e disco, con uno sguardo frequente allo “yacht rock” più raffinato ed elegante.
Written and produced by Nicola Conte
Gregory Porter – Vocals
Arrangements by Magnus Lindgren
L’idea è vincente, l’album arrangiato e suonato benissimo oltre che decisamente originale e godibilissimo. La storia continua.
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