MARS X – The Rabbit Hole
Punk rock (Damned, Dead Boys, Adverts, Sex Pistols, tra i tanti, fanno spesso capolino) ma declinato in una visione fresca, attuale e moderna.
Punk rock (Damned, Dead Boys, Adverts, Sex Pistols, tra i tanti, fanno spesso capolino) ma declinato in una visione fresca, attuale e moderna.
Nel nuovo album c’è di tutto: dalla solennità classicheggiante al blues, dal folk di gusto gotico a Nick Cave, dalle suggestioni care alle opere soliste di Nico al desert country “noir” di Johnny Cash
Si muove agilmente tra tradizione (Dalla, Battisti) e nuova canzone d’autore.
Eccellente lavoro per il chitarrista emiliano che ci riporta alle torride atmosfere a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, tra Jimi Hendrix, Rory Gallagher, Ten Years After, i Trapeze di Glenn Hughes, Grand Funk Railroad.
Indie pop rock che accoppia con eleganza un sound caratterizzato talvolta da chitarre aspre e distorte e melodie vocali intriganti e avvolgenti.
Il nuovo lavoro ne conferma le qualità, la capacità di costruire assalti sonori travolgenti e devastanti, rabbiosi e cattivi, a cui potere affiancare momenti introspettivi e riflessivi.
Otto brani che oscillano tra punk, stoner, doom, noise tra sferzate violentissime, veloci e sintetiche e lunghe cavalcate di anche 10 minuti, ossessivi, pesanti come macigni, claustrofobici.
Un lavoro che trasuda professionalità ed estrema cura negli arrangiamenti e nella fase esecutiva, ad accompagnare una voce piena, solida, distintiva, estremamente espressiva, che ben si muove su ballate mid tempo dal forte sapore soul, con pennellate gospel.
Undici brani strumentali che, partendo da una matrice jazz, si spostano attraverso latin, sound mediterraneo, groove funky.
Un lavoro composito e caleidoscopico, che osa abbracciare ambiti diversissimi, passando da atmosfere abrasive e distorte a ballate cantautorali, pop funk, elettronica e tanto altro.
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