ULTIMA HAINE – Diodenaro
Esordio con il botto per la band partenopea con un potentissimo disco in cui ritmiche grunge si uniscono a travolgenti riff chitarristici in stile Rage Against The Machine, perfetta costruzione di un sound debitore...
Esordio con il botto per la band partenopea con un potentissimo disco in cui ritmiche grunge si uniscono a travolgenti riff chitarristici in stile Rage Against The Machine, perfetta costruzione di un sound debitore...
Radici affondate nel cantautorato meno scontato che va da Colapesce/Dimartino e Diodato fino ai classici della tradizione italiana, dall’altra un gusto post rock che aleggia in sottofondo.
Il cantautore milanese lascia alle spalle un background più marcatamente rock e blues, per dedicarsi esplicitamente a “dieci pezzi facili”.
Riporta in primo piano atmosfere e sonorità care agli anni Ottanta dei primi Simple Minds, del David Bowie dei tempi ma con anche accenti più recenti (vedi Suede) e qualche pennellata alla Cure.
Cinque brani intensi, caratterizzati da un’anima indiscutibilmente pop ma che non disdegna occhiate alla canzone d’autore.
Un elegante sound da clubbing avvolge e pulsa, grazie anche ad atmosfere chill e lounge.
Soom/stoner che guarda anche al passato (Hawkwind in particolare) e inserisce fluttuanti e inquietanti melodie di gusto orientale, riportando alla mente le migliori esperienze della psichedelia turca degli anni Settanta.
Sorta di omaggio alla classica canzone d’autore italiana, Rino Gaetano in particolare (ma non mancano sguardi a Lucio Dalla e al rock cantautorale più recente.
Il tratto è originale personale, creativo, qualitativamente realizzato in maniera perfetta.
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