Categoria: Nuova Musica Italiana
LUCA SALMASO – Draghi fama e fango
Dodici ottime canzoni autografe, registrate autonomamente, chitarra acustica e voce, venate da tonalità autunnali, oscure, a cavallo tra il drammatico e l’introspettivo, a rimarcare un contenuto assolutamente personale.
KAYLETH – New Babylon
La matrice è sempre quella esplicitamente stoner (dalle parti dei Kyuss) ma introita anche elementi psichedelici, grunge e hard anni Settanta.
SINISTRI CORTI – Il Trono della Plebe
Secondo album per la band bresciana che si muove tra sonorità punk rock (spesso in odore di Punkreas e affini) a cui aggiunge tonalità demenziali (ma non troppo
LE PIETRE DEI GIGANTI – Prima che il fuoco avvolga ogni cosa – Live 2022 – 2023
Il loro stoner psichedelico dalle tinte prog risalta in tutta la sua vitalità e potenza sonora.
THE CLEOPATRAS – Naturalmente punk
Spostano le coordinate dal classico garage beat che le ha sempre caratterizzate verso un sound più aggressivo, vicino al punk e a suoni grunge, pur conservando matrici melodiche pop.
I FENOMENI – Signore e Signori, cantano… I Fenomeni!
Si chiude con una raccolta (in vinile e 200 copie numerate) la saga de I Fenomeni, autori di tre pregevoli album, in cui hanno rispolverato i meandri più oscuri della scena Beat italiana, dal “Bitt” alle evoluzioni psichedeliche.
MONOLITH GROWS! – Fear makes you pale
Un lavoro duro e crudo, chitarre distorte con melodie vocali originali e ricercate, influenze che attingono da grunge (Pearl Jam, Nirvana, Alice in Chains), stoner e hard rock, con riferimenti che arrivano fino al prog dei primi Settanta.
SIZ & THE TALLAWAH – Timeless
Un perfetto compendio di quello che è la musica reggae con tutte le sue filiazioni e radici (Roots, rocksteady, original ska). I sette brani hanno groove, ritmo, attitudine, retaggi anni Settanta.
CLINAMENA – Lost
Il nuovo lavoro, di tre brani, si muove di nuovo nell’alternative rock più oscuro, attingendo dal folk britannico (“Arrow fire” e “Sunday morning”, quest’ultima affine al mood acustico caro a Paul Weller) e dedicandosi a un’intensa ballata pianistiche a metà tra Nick Cave e Leonard Cohen (“Lonely soul”). Ottimo, in attesa di una prova sulla lunga distanza.
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