MICHELE DUCCI – SIVE
Un mondo sonoro caratterizzato da intense ballate pianistiche, riflessive, talvolta sognanti, altre volte più tendenti al pop, fino al gospel blues.
Un mondo sonoro caratterizzato da intense ballate pianistiche, riflessive, talvolta sognanti, altre volte più tendenti al pop, fino al gospel blues.
Le sedici (spesso brevi) tracce uniscono atmosfere eteree, oniriche, di gusto ambient, sospese, rumori, effetti speciali, talvolta evocando canti antichi e ancestrali o ritmiche tribali.
Nel mix di grunge, stoner, hard rock si avvertono chiari gli echi di Queens of the Stone Age, Rage Against the Machine, i primi Red Hot Chili Peppers, Pearl Jam.
Dodici ottime canzoni autografe, registrate autonomamente, chitarra acustica e voce, venate da tonalità autunnali, oscure, a cavallo tra il drammatico e l’introspettivo, a rimarcare un contenuto assolutamente personale.
La matrice è sempre quella esplicitamente stoner (dalle parti dei Kyuss) ma introita anche elementi psichedelici, grunge e hard anni Settanta.
Secondo album per la band bresciana che si muove tra sonorità punk rock (spesso in odore di Punkreas e affini) a cui aggiunge tonalità demenziali (ma non troppo
Il loro stoner psichedelico dalle tinte prog risalta in tutta la sua vitalità e potenza sonora.
Spostano le coordinate dal classico garage beat che le ha sempre caratterizzate verso un sound più aggressivo, vicino al punk e a suoni grunge, pur conservando matrici melodiche pop.
Si chiude con una raccolta (in vinile e 200 copie numerate) la saga de I Fenomeni, autori di tre pregevoli album, in cui hanno rispolverato i meandri più oscuri della scena Beat italiana, dal “Bitt” alle evoluzioni psichedeliche.
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