BALTO – Notti insonni per cuori incerti
La band emiliana confeziona un ottimo album di grande carica emotiva, intenso e “sofferto”.
La band emiliana confeziona un ottimo album di grande carica emotiva, intenso e “sofferto”.
Il nuovo lavoro sublima un’anima indie pop dal taglio elettronico ma con retaggi new wave e momenti che sconfinano nel dream pop.
L’ambito in cui si muove il quintetto guarda a grunge (soprattutto l’ala più hard rock, dai Soundgarden agli Audioslave), con folate heavy e un’attitudine talvolta quasi punk.
Un album che spazia con grazia ed eleganza nel più tipico latin sound, con una particolare predilezione per ritmi e cadenze care al tropicalismo brasiliano. Il tono è lieve, avvolgente, suadente e sensuale.
Album di eccellente fattura, in cui riesce a mischiare alla perfezione ritmi cari alla tradizione di band di “desert rock” come Tinariwen, afrobeat, ritmiche latine, l’amato blues e canzone d’autore nostrana.
Riportando in auge, con freschezza e spontaneità, il gusto per la canzone swing, che fu peculiarità di nomi storici e indimenticabili come Quartetto Cetra e Fred Buscaglione.
Gusto raffinato per gli arrangiamenti e la virtuosa tendenza di percorrere una strada sonora in cui convergono canzone d’autore, influenze folk e altri svariati riferimenti.
E’ un album di rara intensità quello che ha assemblato, ideato, scritto e prodotto il cantautore Fabio Meini, con musiche di Josephine Lunghi e la partecipazione vocale di otto donne che parlano di donne.
La band friulana firma un secondo album potentissimo, tirato, aspro e duro, tra punk, grunge e hard rock.
Album di non facile fruizione ma allo stesso tempo fascinoso, avvolgente, dalle atmosfere costantemente sospese, eteree, attraverso improvvisazioni che si ricompongono a formare una specie di suite che rende l’album un continuum sonoro e artistico.
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