DEFLORE – Defective Music for a Daily Psychosis
Musica possente e allo stesso tempo scarna, ruvida e abrasiva ma di alta qualità espressiva.
Musica possente e allo stesso tempo scarna, ruvida e abrasiva ma di alta qualità espressiva.
Un lavoro che musicalmente (ri)abbraccia i suoni più estremi della new wave anni Ottanta (dalle parti dei DAF), attraverso un’elettronica molto “spinta”, marcate influenze Goth Dark e con uno sguardo al dancefloor dell’epoca.
L’esordio della band padovana abbraccia senza riserve il contesto, da poco tempo tornato all’attenzione generale del post punk, di cui assorbono le principali caratteristiche.
Nessuno come loro sa affrontare in rima, con la poesia, tematiche attualissime e altrettanto tenute nascoste e colpevolmente trascurate come le periferie, il disagio delle nuove generazioni nei confronti di una società sempre più brutale e nemica dei poveri, degli emarginati, dell’inclusività, dell’etica, della socialità.
Post wave più algida e rigorosa degli anni Ottanta, tra elettronica, influenze dark, sguardi a Human League, Tubeway Army di Gary Numan, il primo John Foxx solista e un coperta di shoegaze.
Si vola nei meandri di un soul funk fusion di matrice jazz, mai banale e scontato ma, al contrario, ricchissimo di spunti, riferimenti, guizzi di geniale creatività.
I sei brani esplorano varie facce del modern pop elettronico, affrontando varie tematiche tra nostalgia, lutti, omaggi ad amici
L’approccio sonoro riporta alla mente il Frank Zappa più folle e genialoide, tra funk (il groove prevalente), soul rock, riferimenti a Daniele Silvestri ma anche a un rock corposo o al reggae.
Il cantautore milanese firma il secondo ep, con cinque brani molto personali, caratterizzati da minimalismo sonoro e spontaneità esecutiva.
I tre brani strumentali del nuovo ep accarezzano gli umori Tex Mex cari a Calexico e, precedentemente, tanto amati da Willy DeVille, con un gusto ethiojazz in sottofondo.
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