TENDHA – Soap doesn’t exist because it can’t be told
I brani si addentrano tra post rock, lounge, Stereolab, math rock, jazz e tanto altro.
I brani si addentrano tra post rock, lounge, Stereolab, math rock, jazz e tanto altro.
I nove brani del nuovo album si muovono su coordinate post punk/ new wave che a tratti assemblano elementi di Smiths, altre volte dei Cure o ancora dei Blur più ostici.
Canzoni dal tono lieve, semi acustico, con un tocco di elettronica usata con discrezione e in modo sempre appropriato.
Sound compatto e duro che guarda al funk punk dei Red Hot Chili Peppers, ad influenze rock psichedeliche anni Settanta, sperimentazione, blues, un’anima grunge.
La sterminata discografia di Federico Romano, alias June 1974, si arricchisce di un ennesimo capitolo, un ep di due brani con la partecipazione alle chitarre di Carmelo Pipitone.
Torna la canzone d’autore di Blufango, questa volta sporcata di sonorità più aspre rispetto al precedente in chiave acustica.
Torna la band veneziana con un ep di quattro brani saturi di distorsione e feedback, ammantati di melodie dream pop, in pieno stile shoegaze, con il rumore di Jesus and the Mary Chain e la decadenza pericolosa dei Velvet Underground.
I brani sono prevalentemente di taglio pop orchestrale con un uso oculato dell’elettronica con un cantato che spinge molto sull’enfasi melodica.
Molto personale l’album del cantautore romano che scandaglia la canzone d’autore italiana ma filtrando il tutto in un prisma sonoro dalle volute psichedeliche.
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