TONY LEMON – Love in the Morgue
Riporta in primo piano atmosfere e sonorità care agli anni Ottanta dei primi Simple Minds, del David Bowie dei tempi ma con anche accenti più recenti (vedi Suede) e qualche pennellata alla Cure.
Riporta in primo piano atmosfere e sonorità care agli anni Ottanta dei primi Simple Minds, del David Bowie dei tempi ma con anche accenti più recenti (vedi Suede) e qualche pennellata alla Cure.
Cinque brani intensi, caratterizzati da un’anima indiscutibilmente pop ma che non disdegna occhiate alla canzone d’autore.
Un elegante sound da clubbing avvolge e pulsa, grazie anche ad atmosfere chill e lounge.
Soom/stoner che guarda anche al passato (Hawkwind in particolare) e inserisce fluttuanti e inquietanti melodie di gusto orientale, riportando alla mente le migliori esperienze della psichedelia turca degli anni Settanta.
Sorta di omaggio alla classica canzone d’autore italiana, Rino Gaetano in particolare (ma non mancano sguardi a Lucio Dalla e al rock cantautorale più recente.
Il tratto è originale personale, creativo, qualitativamente realizzato in maniera perfetta.
Si condensano umori metropolitani, tra funk impazzito, jazz, avanguardia, attitudine punk, caos sonoro, hip hop e altro. Pura avanguardia, interessantissima.
L’esordio della band marchigiana viaggia sui classici binari punk rock dei Ramones e flower punk dei nostrani Senzabenza.
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